Violenza sulle Donne: se il violento prova il dolore della vittima. Ricreata l'aggressione nel sistema di visualizzazione immersivo di Ambienti Virtuali del Laboratorio di Robotica Percettiva dell'Istituto TeCIP della Scuola Sant'Anna
Il violento che prova le sofferenze inflitte alla vittima: questo è l'attività di ricerca sperimentale che l’equipe del professor Massimo Bergamasco, direttore dell’Istituto TeCIP, di Tecnologie della Comunicazione, dell’Informazione e della Percezione della Scuola Sant'Anna sta mettendo a punto: far calare gli uomini violenti nei panni delle donne maltrattate.
Di questa attività di ricerca si parla il 14 giugno a Pisa durante il corso di alta formazione su prevenzione e contrasto contro la violenza di genere, organizzato da Anna Loretoni e Gaetana Morgante, docenti rispettivamente di filosofia politica e di diritto penale all’Istituto Dirpolis della Scuola Superiore Sant’Anna. Si tratta di uno dei contributi al contrasto della violenza di genere: un tentativo concreto di recupero degli uomini maltrattanti. Si svolge dentro un ambiente virtuale, dove mediante un “esoscheletro”, un robot indossato dal soggetto, lo stalker può sperimentare gli effetti delle azioni verbali e fisiche che esercita sulla propria vittima. ll violento nei panni della preda, per il tempo che sarà necessario al suo recupero: una terapia espositiva nella quale immergere chi di solito maltratta le donne. Il professor Bergamasco è stato invitato da Gaetana Morgante, docente di diritto penale all'Istituto Dirpolis, a presentare l'attività di ricerca su questo tema nell'ambito del corso di formazione sulla Violenza contro le donne che si terrà alla Scuola Sant'Anna.
L'attività di ricerca si svolge all’interno dell’X-CAVE, il teatro virtuale del Laboratorio di Robotica percettiva dell’Istituto TeCIP, dove viene ricreato, virtualmente, il luogo dove si svolge l’aggressione. L’ambiente è altamente immersivo: una stanza nella quale pareti e pavimento sono costituiti da schermi retroproiettati. Le luci si abbassano, e sugli schermi vengono proiettate immagini generate da un computer. La vittima si trova al centro della stanza. Indossa occhiali speciali che consentono l’immersione nell’ambiente a tre dimensioni. All’improvviso si vede venire incontro un uomo. Impossibile da fermare. L’uomo virtuale cammina verso la vittima che non percepisce lo spazio fisico intorno a sé perché «le immagini sono proiettate in modo che la persona abbia sempre una prospettiva della scena dal proprio punto di vista, con il computer in grado di aggiornarla in tempo reale».
Per vivere l’esperienza di vittima – per farla sperimentare al maltrattante sulla propria pelle - è necessario trasmettere al violento le sensazioni provate dalle vittime. Occorre creare un sistema di robot indossabili - gli esoscheletri - e integrare questi esoscheletri con gli ambienti virtuali. Quindi il violento per trasformarsi in vittima deve agire dentro l’X-Cave con indosso un esoscheletro. Solo grazie a questo robot indossabile si consente alla persona non tanto di «assistere - quindi vedere e ascoltare - a una situazione realistica, ma anche di viverla». Quindi di toccare oggetti, di interagire fisicamente con la situazione.
Come si trasmette all’aggressore la sensazione di violenza subita dalla vittima? Come può il violento calarsi nei panni della vittima? Il segreto sta nei robot: una volta indossati - sintetizza il professor Bergamasco - i sistemi esoscheletrici possono «anche registrare i movimenti impartiti dall’esterno. Possono registrarli e replicarli nella stessa misura e maniera nella quale la violenza viene agita».
«Con questo progetto - conclude il professor Bergamasco - Il Sant’Anna ha intenzione di sviluppare attività di ricerca in ambito di riabilitazione psicologica di maltrattanti. Con questo approccio si va a cambiare totalmente il punto di vista: il maltrattante vede se stesso mentre agisce violenza sulla donna e vede se stesso nei panni della vittima, sperimentandone sulla propria pelle anche gli effetti».
Approfondimenti: "Se il violento prova il dolore della vittima. L'esperimento del Sant'Anna", servizio sul Tirreno a firma di Ilaria Bonuccelli.